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SAGITTARIO

Sagittarius, Sagittarii

Sgr

 

 

03 - Sagittario (scienza)

La costellazione del Sagittario e la sua rappresentazione mitologica.     
Immagine: www.stellarium.org

La prima stella del Sagittario a levarsi nell’anno è Lambda Sgr, una Gigante Rossa di magnitudine 2,80 a 77 anni luce dalla Terra, e lo fa attorno alla metà di gennaio, mentre l’ultima a spuntare dall’orizzonte est è Beta 2 Sgr una Gigante Bianco-Gialla lontana quasi il doppio con la sua distanza di 139 anni luce e anche per questo motivo quasi quattro volte più spenta. Beta 2 Sgr di magnitudine 4,25 porta il Sagittario a mostrarsi per intero a fine aprile. Occorrono dunque tre mesi e mezzo alla costellazione per completare la levata eliaca delle sue stelle principali; in tutto ammontano a una ventina e per lo più son di seconda e terza magnitudine. Si tratta in effetti di una costellazione estesa che occupa un’area di 867 gradi quadrati risultando così la 15ma costellazione più grande delle 88 esistenti. Come si può notare dal periodo della levata eliaca, il Sole si trova nella costellazione quasi due mesi dopo quello che tradizionalmente conosciamo come il mese del segno zodiacale che va dal 23 novembre al 21 dicembre. La precessione degli equinozi, nei ventotto secoli trascorsi dalla nascita dei primi oroscopi, ha infatti spostato tipicamente di un mese il periodo assegnato ai segni zodiacali; nel caso del Sagittario i mesi sono però due perché occorre ricordare che un’altra costellazione attraversata dall’eclittica si interpone fra esso e lo Scorpione: l’Ofiuco, non annoverato dagli antichi fra le costellazioni zodiacali probabilmente per via dell’“intrusione” delle sue stelle eclitticali e corrispondenti al piede del personaggio, nella zona delle stelle che disegnano la testa dello Scorpione, come se il pericoloso animaletto venisse schiacciato.
L’eclittica attraversa il Sagittario nella sua porzione settentrionale e, dentro la costellazione, da due millenni ormai cade il solstizio d’inverno, in particolare vicino al confine occidentale fra le stelle Mu Sgr di magnitudine 3,80 e 3 Sgr di magnitudine 4,50.

 

03 - Sagittario (scienza)

Oggi il solstizio d'inverno cade nella costellazione del Sagittario.     
Immagine: www.stellarium.org

 

Dalla fine di aprile invece il Sagittario anticipa la sua alba sempre più alle ore notturne e nel mese di agosto lo si può vedere in culminazione prima della mezzanotte con la stella Sigma di magnitudine 2,05, una Nana Bianco-Blu distante 224 anni luce.

 

Transito o culminazione 1 AGO 15 AGO 31 AGO Altezza sull'orizzonte m
Sigma Sgr 23.27 22.32 21.29 +19° 2,05

 

La stella più brillante del Sagittario è Epsilon Sgr di magnitudine 1,75, mentre Alpha Sgr che secondo la nomenclatura di Bayer avrebbe dovuto essere la prima per splendore, non lo è e anzi possiamo dire che la sequenza bayeriana delle stelle del Sagittario non rispetta l’ordine decrescente di luminosità. Alpha Sagittarii è una Nana Bianco-Blu a 170 anni luce dalla Terra e vicino al confine sud-occidentale della costellazione, mentre Epsilon Sgr sul versante ovest è una Gigante Blu poco più lontana coi suoi 145 anni luce di distanza.
Quella del Sagittario è conosciuta anche come la costellazione della Teiera. Osservando infatti la disposizione delle stelle principali, si forma una figura che ricorda il recipiente della  bevanda del the con tanto di manico, coperchio e beccuccio dal quale, per una curiosa coincidenza, pare uscire del fumo: è la Via Lattea che attraversa il Sagittario... e la Teiera, nel loro settore occidentale.

 

03 - Sagittario (scienza)

La costellazione del Sagittario per via della sua forma è conosciuta anche come la Teiera il cui beccuccio, col passaggio della Via Lattea, pare fumante.     
Immagine: www.stellarium.org

 

Qui è il regno degli ammassi aperti e delle distese di idrogeno, dove le stelle prendono vita. La costellazione, che a questo tratto di spirale galattica ha dato il nome di braccio del Sagittario, vanta il maggior numero di oggetti di Messier fra le costellazioni che ne posseggono. Cinque sono gli ammassi aperti e tre le nebulose, mentre ben sette sono gli ammassi globulari, seppure questi ultimi risiedano nell’alone della Galassia e non sul disco. Quindici sono così gli oggetti del prezioso catalogo francese.
I cinque ammassi aperti si trovano nell’angolo nord-occidentale della costellazione, dove d’altra parte passa la Via Lattea. Il più a nord si trova al confine con lo Scudo e la Coda del Serpente ed è M18 di magnitudine 6,90. A 4.900 anni luce di distanza, le sue stelle si sono accese 32 milioni di anni fa e si distribuiscono su uno spazio di 13 anni luce.

 

03 - Sagittario (scienza)

L’ammasso aperto M18 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: 1996 Hillary Mathis, REU program/NOAO/AURA/NSF, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0805.html

Appena più sotto, a metà strada fra M18 e Lambda Sgr, il pomolo della teiera, sta invece M24 che è più di un ammasso aperto. Si tratta di una vera e propria nuvola di stelle a 10.000 anni luce da noi, la quale è anche associata a un ammasso aperto, NGC 6603. Il tutto è molto debole essendo di magnitudine 11,0 e si distribuisce su un ampio diametro lineare di 262 anni luce. L’eccezionale addensamento stellare è dovuto alla Via Lattea che è in effetti una scia di stelle, quella che traccia il disegno della spirale e che, grazie alla fortunata posizione marginale che occupiamo sul disco galattico, ci è concesso distinguere.

 

03 - Sagittario (scienza)

M24, la nuvola di stelle della Via Lattea nella costellazione del Sagittario, associata all’ammasso aperto NGC 6603.
Immagine: 1997 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0845.html

 

A est di M24, sta M25 il più vicino dei cinque ammassi aperti di Messier nel Sagittario. A 2.000 anni luce le sue stelle di 90 milioni di anni sono sparse lungo uno spazio di 19 anni luce. Grazie alla relativa breve distanza, è anche il più luminoso con 4,60 magnitudini.

 

03 - Sagittario (scienza)

L’ammasso aperto M25 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: 1996 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0850.html

A ovest di M24, brillano invece le 150 stelle di M23, le più vecchie del quartetto escludendo M24 che è un’eccezione del catalogo. Distano 2.150 anni e occupano uno spazio simile a quello di M25, circa 17 anni luce. La loro magnitudine è di 5,50.

 

03 - Sagittario (scienza)
L’ammasso aperto M23 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: 1995 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0634.html

 

Chiude il gruppo degli ammassi aperti, M21 che si trova circa 1° a nord dell’eclittica. E’ il più giovane con meno di 5 milioni di anni e le sue poche stelle, meno di 50, si distribuiscono su uno spazio di 16 anni luce. Alla distanza di 4.250 anni luce, la loro magnitudine apparente è di 5,90.

 

03 - Sagittario (scienza)
L’ammasso aperto M21 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: 1995-1996 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0765.html

 

Passando invece alle nebulose, che sono le immense distese di idrogeno da cui prendono vita le stelle e in primis gli ammassi aperti, troviamo sul confine con la Coda del Serpente, M17, conosciuta con diversi nomi come Nebulosa Omega, Cigno, Ferro di Cavallo e Aragosta. A ispirare i nomi di battesimo sono naturalmente le figure che la nube sembra evocare all’osservazione.

 

03 - Sagittario (scienza)
La nebulosa a emissione M17 nella costellazione del Sagittario. M17 è conosciuta popolarmente con diversi nomi: Omega, Cigno, Ferro di Cavallo e Aragosta.
Immagine: Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im1178.html

 

M17 è una nebulosa a emissione distante 5.000 anni luce, la cui magnitudine di 6,00 la rende potenzialmente visibile a occhio nudo, anche se va aggiunto che chi può permetterselo veramente sono gli abitanti dell’emisfero australe perché alla nostra latitudine boreale, è troppo bassa sull’orizzonte per avere le condizioni atmosferiche idonee, oltre a un’ottima vista.

A cavallo dell’eclittica stanno invece le nebulose M20 e M8.
M20 è conosciuta come Nebulosa Trifida perché appare come divisa in tre lobi, ma anche perché tre sono i tipi di nebulosa che vi troviamo.

 

03 - Sagittario (scienza)
La Nebulosa Trifida o M20 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: 2011 R Jay Gabany, http://apod.nasa.gov/apod/ap110513.html

 

I sentieri di demarcazione che si vedono sono nubi oscure dove la polvere, seppure presente in piccola quantità, blocca la luce proveniente dalle stelle che vi stanno dietro impedendo così qualsiasi visione luminosa. Ma in questa immagine “piena” troviamo anche una nebulosa a emissione che è quella prevalente, riconoscibile dal colore rosso che assume, mentre gli aloni blu posti a margine, sono il terzo tipo di nube, ovvero quella a riflessione. Una nube si dice a emissione quando le stelle che vi dimorano sono così calde che portano l’ambiente circostante – la nube appunto –  a essere essa stessa sorgente di luce. Una nebulosa è invece a riflessione quando non vi sono stelle sufficientemente calde da portarle a sprigionare luce, tuttavia la polvere presente insieme all’idrogeno in queste distese gassose, diffonde la radiazione blu delle stelle, proprio come avviene nel caso della nostra atmosfera che, diffondendo la componente blu dei raggi del Sole, ci fa apparire il cielo azzurro.
Nella Nebulosa Trifida abbiamo un condensato dei tre tipi di nubi cosmiche possibili, il tutto su un’estensione di circa 40 anni luce. Alla distanza di 5.200 anni luce dalla Terra, la sua magnitudine è di 6,30 e ferve di stelle nascenti.

Un’altra magnifica nebulosa è quella che si trova subito sotto, la Nebulosa Laguna presente nel catalogo di Messier come M8, anch’essa protagonista di un’intensa formazione stellare.

 

03 - Sagittario (scienza)
La nebulosa a emissione M8 nella costellazione del Sagittario, conosciuta anche come Laguna.
Immagine: 1973 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0042.html

Alla stessa distanza della Trifida splende con 5,80 magnitudini ed è la più estesa del Sagittario, ma anche dei suoi dintorni; si distribuisce infatti su una lunghezza di ben 136 anni luce, tre volte e mezzo l’estensione della Trifida. La Laguna deve il suo nome al fatto che ricorda un paesaggio lagunare, dove una laguna appunto è divisa da una striscia di sabbia rappresentata dalla fascia scura che l’attraversa. Si tratta di una nebulosa solo a emissione e l’ammasso aperto che l’ha accesa è NGC 6530 formatosi pochissimi milioni di anni fa.

E dopo avere parlato dei giovani protagonisti della costellazione del Sagittario, tocca ora dare la parola ai senior, gli ammassi globulari che ne sono separati anche spazialmente. Potremmo dire che guardando la parte occidentale del Sagittario stiamo guardando la sua metà giovane, mentre focalizzandoci su quella centrale e spostandoci a est, i nostri occhi sono puntati sui componenti più antichi presenti fra i suoi confini.
Ben sette sono gli ammassi globulari di Messier, la maggior parte dei quali si concentra immediatamente attorno alla teiera. Vicino al coperchio troviamo M22 e M28, mentre lungo la base stanno M54 e M70; più spostata verso il beccuccio troviamo invece M69 e infine molto spostate verso est brillano M55 e M75, quest’ultima proprio sul confine col Capricorno.

 

03 - Sagittario (scienza)
Gli ammassi globulari M69 e M70 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0630.html (a sinistra), https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0767.html (a destra)

 

Il più vicino a noi è M22 che si trova a 10.400 anni luce e per questo è anche il più luminoso con 5,10 magnitudini, mentre M54 è il più distante a 87.400 anni luce. Grazie però alle grandi dimensioni, ha un diametro di circa 300 anni luce. La sua magnitudine invece è di 7,70.

 

03 - Sagittario (scienza)
Gli ammassi globulari M22, M28 e M54 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0575.html (a sinistra), https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0771.html (al centro), https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0729.html (a destra)

 

Quello più spento risulta essere M75 che in effetti è anch’esso piuttosto distante a 67.500 anni luce, ma si difende comunque bene per via del suo diametro di 134 anni luce.

Più piccoli sono infatti gli altri ammassi globulari, sfere i cui diametri vanno dai 57 anni luce di M55 ai 97 di M22.

 

03 - Sagittario (scienza)

Gli ammassi globulari M75 e M55 nella costellazione del Sagittario.
Immagine: Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0770.html (a sinistra), https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0724.html (a destra)

 

Ma gli oggetti di Messier non sono gli unici ad arricchire la costellazione perché tra i confini del Sagittario e in particolare vicino a quello ovest, sta niente poco di meno che il centro della Galassia. Nel 1931 per caso un ingegnere degli americani Bell Telephone Laboratories di nome Karl Jansky (1905-1950), stava studiando il modo per eliminare le interferenze nelle trasmissioni quando captò un segnale radio, debole ma costante. Gli ci volle un po’ per scoprire che proveniva dal cuore della Via Lattea, ma al termine del suo studio non poté che concludere che quel segnale 1° a sud di 3 Sgr, esattamente a 17h 45m 40s di ascensione retta e -29° 00’ 27” di declinazione, era il centro della nostra galassia. Ai tempi si sapeva già che il centro galattico era ospitato dalla costellazione del Sagittario, ma non se ne conosceva la posizione esatta. Con Karl Jansky quel punto svelò le sue coordinate. In quel momento nacque la radioastronomia, ovvero quella branca della scienza del cosmo che studia le sorgenti che emettono prevalentemente onde radio e di cui Karl Jansky ne viene considerato il padre. Sagittarius A*, questo il futuro nome della radiosorgente, fu invece rivelato per la prima volta (cioè visualizzato sulle mappe radio) nel 1974 dagli astronomi americani Bruce Balick e Robert Brown.
Ma di che si tratta? Nel centro delle galassie spirali sta un enorme buco nero che con la sua mostruosa potenza gravitazionale, inghiotte le stelle che gli ruotano attorno. Sagittarius A* sarebbe quello che è chiamato il disco di accrescimento di un buco nero, ovvero un anello lungo il quale le stelle e il gas si immettono prima di oltrepassare il cosiddetto orizzonte degli eventi e sparire per sempre. Il disco di accrescimento del centro galattico ha una massa 4 milioni di volte quella del Sole racchiusa in un raggio appena 32 volte quello della nostra stella, ovvero 22 milioni di chilometri in tutto, meno di 6 UA. Considerata l’enorme distanza a cui si trova, circa 26.000 anni luce, ci appare puntiforme.

Partendo da sud al momento del transito e andando in senso orario, le costellazioni che circondano il Sagittario sono il Telescopio (non visibile dalle latitudini italiane), il Microscopio, il Capricorno, l'Aquila, lo Scudo, la Coda del Serpente, l'Ofiuco, lo Scorpione e la Corona Australe. 

 

03 - Sagittario (scienza)

Le costellazioni confinanti con il Sagittario: Microscopio, Capricorno, Aquila, Scudo, Coda del Serpente, Ofiuco, Scorpione e Corona Australe.
Immagine: www.stellarium.org

 

 


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