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CODA DEL SERPENTE
Serpens Cauda, Serpentis Caudae
Ser
La costellazione della Coda del Serpente e la sua rappresentazione mitologica. Come si vede, è tenuta dall’Ofiuco che interrompe così la costellazione.
Immagine: www.stellarium.org
La Coda del Serpente è la metà orientale della costellazione del Serpente che rispetto alle altre, ha la particolarità di essere interrotta da un altro gruppo di stelle, quello dell’Ofiuco. Quest’ultimo personaggio è infatti colui che tiene fra le mani il rettile, così che si viene ad avere una sovrapposizione delle due figure.
Nei suoi confini distanziati e distinti in Testa e Coda, il Serpente occupa in tutto 637 gradi quadrati di cielo, piazzandosi al 23° posto fra le 88 costellazioni in quanto a estensione.
La Coda del Serpente consiste di quattro stelle in fila più una spostata leggermente a nord-ovest che induce il segmento principale a piegare nella sua estremità meridionale. Sono tutte stelle poco appariscenti, di terza e quarta magnitudine, per cui serve un cielo buio per poterle individuare in mezzo alle altre. Se tracciamo una linea immaginaria che congiunge le luminose Antares e Altair, potremmo dire che le stelle della Coda del Serpente sono parallele a questa linea e situate a ovest rispetto a essa.
Per trovare la Coda del Serpente ci si può servire della congiungente Altair-Antares (le stelle principali rispettivamente dell'Aquila e dello Scorpione) perché il segmento in cui consiste la costellazione è grossomodo parallelo a questa linea immaginaria e poco più sopra.
Immagine: www.stellarium.org
La costellazione ha la sua levata eliaca verso la fine di dicembre e si può considerare in culminazione con Eta Ser che è anche la stella più luminosa del gruppetto con 3,20 magnitudini. Eta Ser è una stella a metà fra una Subgigante e una Gigante, il cui colore rosso ci indica che sta vivendo gli ultimi stadi della sua vita. E’ relativamente vicina, dista 62 anni luce e nel mese di agosto culmina prima della mezzanotte, come riportato in tabella.
Transito o culminazione | 1 AGO | 15 AGO | 31 AGO | Altezza sull'orizzonte | m |
Eta Ser | 22.53 | 21.58 | 20.55 | +42° | 3,20 |
La Coda del Serpente transita a sud nella stessa fascia oraria della Testa un mese dopo e, come nel caso della Testa, è tagliata dall’equatore celeste che passa fra Theta ed Eta Serpentis.
Non solo l’equatore celeste visita la costellazione, ma anche la Via Lattea che si distende proprio lungo la Coda. La presenza della Via Lattea implica quella degli ammassi aperti, perché la regione del disco galattico, di cui la scia che chiamiamo Via Lattea è una porzione di un braccio della spirale, è caratterizzata da stelle giovani e ad alta temperatura che, proprio in virtù dei loro pochi anni, si trovano spesso ancora “ammassati” nella regione da cui hanno preso vita.
Nella Coda del Serpente se ne contano in effetti diversi e ve ne è uno ospitato da una nebulosa divenuta celebre: la Nebulosa Aquila, presente nel catalogo di Messier come M16. Di magnitudine 6,00 è situata vicino al confine sud-orientale della costellazione; grossomodo si trova circa 1° a sud di o Ser e alla stessa ascensione retta di Eta Ser.
M16, la Nebulosa Aquila (al centro), nella costellazione della Coda del Serpente.
Immagine: 1973 Kitt Peak National Observatory, https://www.noao.edu/image_gallery/html/im0051.html
La Nebulosa Aquila deve il nome alla curiosa forma che ha assunto il suo gas misto a polvere interstellare. Sembra infatti di vedere il rapace intento a spiccare il volo, un volo cosmico a 7.000 anni luce dalla Terra. Si tratta in realtà di una piccola regione di 70x55 anni luce nel cuore di una distesa d’idrogeno molto più ampia e non uniforme in quanto a densità, motivo per cui si è originata questa figura che si staglia sullo sfondo. La nebulosa che la ospita, il cui nome è IC 4703, è a emissione, ovvero sprigiona essa stessa luce grazie all’elevata temperatura cui l’hanno portata le stelle che vi sono immerse. Sono stelle molto calde di soli 5 milioni di anni e appartengono all’ammasso aperto NGC 6611 che si distribuisce su un raggio di 15 anni luce. Proprio queste stelle sono responsabili anche dell’origine della sagoma dell’aquila, perché da una parte il loro calore ha fatto evaporare il gas più rarefatto della nube, mentre dall’altra il vento fortissimo di cui sono portatrici ha letteralmente scolpito il gas più denso dando vita a questo capolavoro cosmico.
Le stelle di NGC 6611 non sono le uniche della nebulosa ma in tutta la regione è in atto un intenso processo di formazione stellare.
Avvicinandosi alle ali e alla testa dell’aquila, la figura si trasforma invece in una triade di enormi torrioni che danno evidenza di questa “lavorazione scultorea” operata dalle stelle.
L’osservazione ravvicinata della Nebulosa Aquila evidenzia colossali pilastri di gas che sono stati battezzati col nome di Colonne della Creazione.
Immagine: 2014 Hubble Space Telescope in alta risoluzione, http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2015/01/image/c/warn/
I tre pilastri sono conosciuti col nome di Colonne della Creazione le quali sono in tutto cinque, ma le più impressionanti sono le tre che rappresentano le ali e la testa dell’aquila. Le prime immagini ravvicinate della Nebulosa Aquila risalgono al 1995 e le dobbiamo al Telescopio Spaziale Hubble che, da eccezionale fotoreporter, ci ha regalato visioni mozzafiato, difficilmente pensabili nella loro straordinaria meraviglia.
Partendo da sud al momento del transito e andando in senso orario, le costellazioni che circondano la Coda del Serpente sono il Sagittario, lo Scudo, l'Aquila e l'Ofiuco.
Le costellazioni confinanti con la Coda del Serpente: Sagittario, Scudo, Aquila e Ofiuco.
Immagine: www.stellarium.org
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