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UNICORNO
Monoceros, Monocerotis
Mon
La costellazione dell'Unicorno e la sua rappresentazione mitologica.
Immagine: www.stellarium.org
Sul finire di luglio nell’ora in cui l’alba sta per annunciarsi, affiora la prima stella di una costellazione piuttosto estesa ma poco brillante inventata nel 1613 dal teologo e astronomo olandese Petrus Plancius. La stella è la Epsilon di 4,40 magnitudini e la costellazione è quella dell’Unicorno, una manciata di piccole luci, sparse in 482 gradi quadrati che rendono la costellazione la 35ma più grande del firmamento e che nel giro di un mese sorgono una dopo l’altra unendosi al resto dei puntini celesti che riempiono la notte. Alpha Monocerotis, quella principale e l’ultima a levarsi, brilla solo con 3,90 magnitudini, per cui sarebbe molto utile poter disporre di qualche astro luminoso nei paraggi per localizzare l’Unicorno. Fortunatamente le guide ci sono e sono i vertici del Triangolo Invernale, ovvero Sirio, Procione e Betelgeuse. L’Unicorno vi cade per metà mentre l’equatore celeste passa per la stella Delta, un astro di quarta magnitudine.
Come localizzare l’Unicorno servendosi del Triangolo Invernale.
Immagine: www.stellarium.org
La stella si può considerare anche quella che porta in culminazione l’intera costellazione perché si trova grossomodo a metà e febbraio è il mese in cui il passaggio al meridiano avviene nelle due ore che precedono la mezzanotte come riportato in tabella, dove compare anche Alpha Mon che essendo la più brillante, è bene non perdere d’occhio.
Transito o culminazione | 1 FEB | 15 FEB |
28 FEB |
Altezza sull'orizzonte | m |
Delta Mon | 21.41 | 21.46 | 20.55 | +45° | 4,15 |
Alpha Mon | 23.10 | 22.15 | 21.24 | +36° | 3,90 |
Se il transito delle stelle dell'Unicorno sul telo teso della notte passa inosservato, lo stesso non accade per i due oggetti che custodisce nelle sue profondità, accarezzati dalla Via Lattea che scorre lungo la costellazione: le nebulose Rosetta e Cono. Il nostro occhio da solo non è in grado di distinguerle perché arriva al massimo alla sesta magnitudine, mentre queste nebulose si traducono in una luce soffusa che si aggira sulle 9 magnitudini, ma con un adeguato telescopio si possono scorgere due tenui batuffoli e con una posa prolungata i loro particolari vengono alla luce, più suggestivi che mai.
Rosetta è un’incantevole nebulosa a emissione a 5.000 anni luce da noi, nei pressi di Epsilon Monocerotis, la stella dell’Unicorno che per prima si leva nell’anno.
La nebulosa a emissione Rosetta nell’Unicorno.
Immagine: Osservatorio Tito Lucrezio Caro, Castel S. Pietro Terme (BO), http://www.gizarastro.it/Rosetta.html
Lo stupore che si prova dinanzi alla sua immagine è dovuto alla forma che curiosamente ha assunto, ossia quella di un fiore di rosa, reso ancor più verosimile dal colore rosso di cui si tinge. Questo miracolo del cosmo misura 130 anni luce, una dimensione enorme che rende Rosetta una nube più di quattro volte più estesa della Grande Nebulosa di Orione, che ne misura 30. Come tutte le nebulose a emissione, dietro la sua luce c’è quella di un gruppo di giovanissime stelle, che col loro calore scaldano il grembo da cui hanno preso vita e lo rendono a loro volta in grado di generare luce. L’ammasso aperto che accende la meraviglia che è la nebulosa Rosetta è NGC 2244, visibile al suo centro e formatosi 400 milioni di anni fa. Il forte vento scatenato dalle giovani stelle è il responsabile della zona oscura centrale, dove il gas di idrogeno della nube è stato spazzato via creando una sorta di vuoto, mentre i filamenti scuri che sembrano disegnare i petali, sono regioni dove nuove stelle nasceranno.
L’opposto di Rosetta è la nebulosa Cono, un torrione di 7 anni luce che non emette alcuna radiazione luminosa.
La nebulosa oscura Cono nell’Unicorno.
Immagine: 2011 Mount Lemmon Sky Center University of Arizona, http://skycenter.arizona.edu/gallery/Nebulae/cone
Si tratta infatti di una nube oscura che noi vediamo grazie allo scenario lucente che le fa da sfondo, una nube a emissione resa tale dalla stella 15 Monocerotis, una stella di 4,65 magnitudini che è quella cui punta la nebulosa Cono.
La nebulosa a emissione che fa da sfondo alla nebulosa Cono. La stella 15 Monocerotis in alto al centro dell’immagine è quella grazie alla quale distinguiamo la nebulosa Cono. Il complesso di stelle forma l’ammasso aperto Albero di Natale, che noi vediamo capovolto.
Immagine: 2005 NOAO/AURA/NSF, https://www.cfa.harvard.edu/news/image-info/2005-40/3
Le due nebulose, quella oscura e quella a emissione, non sono altro che regioni diverse di un’unica grande distesa di idrogeno, un letto turbolento di 40 anni luce, mentre 15 Mon appartiene al giovane ammasso aperto NGC 2264, scoperto da William Herschel all’inizio del 1784 e conosciuto anche come Albero di Natale per via della disposizione delle sue stelle che ricordano un abete.
L’Ammasso aperto NGC 2264 o Albero di Natale nella costellazione dell’Unicorno.
Immagine: www.stellarium.org
Dal nostro emisfero lo vediamo capovolto con 15 Monocerotis che ne rappresenta la base. Sulla sommità della nebulosa Cono si vedono tante piccole stelle nascenti che col loro calore erodono la cima densa di idrogeno rendendola simile alla bocca di un vulcano.
La sommità della nebulosa Cono dove una moltitudine di stelle sta nascendo.
Immagine: 2014 Hubble Space Telescope, http://apod.nasa.gov/apod/ap140528.html
La nebulosa oscura dell’Unicorno dista 2.500 anni luce, la metà di Rosetta e per localizzarla basta naturalmente cercare 15 Monocerotis. Non è una delle stelle che formano la figura dell’Unicorno e per trovarla ci si può servire del triangolo formato da Procione, Xi Gemini e Betelgeuse: la prima stella che si incontra leggermente a ovest scendendo da Xi Gem, è la 15 dell’Unicorno.
Come localizzare la stella 15 Monocerotis, dove risiede la nebulosa Cono, servendosi del triangolo formato da Procione, Betelgeuse e Xi Gem.
Immagine: www.stellarium.org
Il suo passaggio al meridiano avviene appena qualche minuto prima di Sirio, pertanto anche questo momento può essere tenuto in considerazione per rintracciarla.
Partendo da sud al momento del transito e andando in senso orario, le costellazioni che circondano l'Unicorno sono la Poppa, l'Idra, il Cane Minore, i Gemelli, Orione, la Lepre e il Cane Maggiore.
Le costellazioni confinanti con l'Unicorno: Poppa, Idra, Cane Minore, Gemelli, Orione, Lepre e Cane Maggiore.
Immagine: www.stellarium.org
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